Thriller psicologico intriso di mistero e terrore, Shackled (2023) trascina il pubblico in un viaggio da incubo in cui il passato rifiuta di rimanere sepolto. Con la sua atmosfera agghiacciante, la tensione implacabile e un protagonista intrappolato tra realtà e illusione, questo film trasforma il concetto di prigionia in qualcosa di molto più sinistro delle catene fisiche.

Daniel Carter (Mark Stevens) si sveglia in una stanza decrepita e senza finestre, con i polsi e le caviglie incatenati al freddo pavimento di cemento. Non ha memoria di come sia arrivato lì. La sua unica compagnia? Una lampadina tremolante in alto, il gocciolamento costante dell’acqua da un tubo rotto e una porta chiusa a chiave che si rifiuta di muoversi.

Mentre Daniel lotta per riconquistare la memoria, le pareti intorno a lui sembrano respirare di sussurri: voci che chiamano il suo nome, echi distorti di un passato che ricorda a malapena. Poi arrivano i colpi. Qualcuno, o qualcosa, è fuori.

Ogni volta che si sveglia, la stanza cambia. Le catene si allentano, ma i muri si chiudono. Appaiono oggetti che non dovrebbero essere lì: il disegno di un bambino di un uomo senza volto, una vecchia cassetta con l’etichetta “Confessa”. Il suo rapitore rimane invisibile, ma la loro presenza è innegabile