
After Earth 2: Redemption continua la saga della famiglia Raige in una storia di sopravvivenza, esplorazione e redenzione. Ambientato 20 anni dopo gli eventi di After Earth (2013), Kitai Raige (Jaden Smith) è diventato un ranger esperto, determinato a ripristinare la speranza dell’umanità dopo la quasi distruzione della Terra.
La storia inizia con l’umanità che ricostruisce le sue colonie nello spazio ma alle prese con risorse limitate. Viene rilevato un segnale dalla Terra abbandonata, che indica che il pianeta potrebbe essere in fase di recupero. Kitai ha il compito di condurre una missione di investigazione, accompagnato da una squadra diversificata di esploratori, tra cui il Capitano Amara Lorne (Letitia Wright), un leader esperto con un passato misterioso, e Kael (Sophie Thatcher), una giovane e intraprendente sopravvissuta.
Tuttavia, la squadra scopre presto che la Terra è tutt’altro che sicura. Si sono evolute nuove creature più aggressive e i resti degli Ursa, i predatori bioingegnerizzati del primo film, vagano ancora per il pianeta. Kitai viene anche a conoscenza di un antico manufatto sepolto nelle profondità delle rovine della Terra, che si dice contenga la chiave per invertire il danno causato dall’esodo dell’umanità. A proteggere questo manufatto c’è l’anziano Zorin (Idris Elba), un guardiano con la sua visione del futuro della Terra.
Mentre Kitai combatte le sfide fisiche ed emotive legate al ritorno sul pianeta che quasi gli ha costato la vita, suo padre, Cypher Raige (Will Smith), fornisce guida dalla colonia attraverso la comunicazione remota. Il loro legame si rafforza mentre affrontano l’eredità della loro famiglia e le conseguenze del passato dell’umanità.
Il film raggiunge un climax emozionante nelle città invase dalla vegetazione della Terra, dove Kitai deve guidare la sua squadra contro potenti predatori mentre è alle prese con la decisione di restare e ricostruire o lasciarsi la Terra alle spalle per sempre. Attraverso il coraggio, l’unità e il sacrificio, Kitai dimostra che la redenzione dell’umanità non sta nel sfuggire al proprio passato ma nell’affrontarlo.